Non vendiamo assicurazioni cavalcando la paura

Nei giorni scorsi ho preso in mano il telefono ed ho chiamato Alex Brancolini, un amico ed un collega che stimo davvero molto, con il quale posso dire di avere un’affinità per quanto riguarda l’approccio al lavoro.
In particolare entrambi siamo “fissati” con la tutela della persona per la protezione del suo patrimonio ed il suo reddito. Chi potevo chiamare se non lui per fare una chiacchierata su questa situazione assurda nella quale un virus minaccia la salute e l’economia di tutta la popolazione?

Si discuteva di clienti, sinistri, ci raccontavamo le novità e si scherzava. Alex è emiliano, come si può non ridere con quell’accento? C’è una schiettezza che non lascia spazio a interpretazioni in quella bellissima fetta di popolazione che le cose non le manda certo a dire, mai.

Abbiamo parlato del momento, della quarantena forzata, di tutto questo disagio collettivo e di come “pensare” al nostro lavoro in un momento così delicato.

Riflettendo sulle attuali opportunità di vendita e di mercato, siamo giunti alla medesima conclusione: non è proprio tempo di cavalcare l’onda della paura e della confusione, come fanno altri colleghi lanciati per esempio nella vendita a tappeto di nuove coperture (quantomeno discutibili) sul Coronavirus; non è questo il momento per spingere sulla vendita generalizzata di prodotti assicurativi per la salute.
Questo non per la paura di passare da sciacalli, ma per un fatto di rispetto nei confronti dei nostri clienti e quindi anche nei confronti di noi stessi.
Credo che molte persone ora come ora, su aspetti così delicati, non avrebbero la lucidità per capire se stanno acquistando un’assicurazione che gli serve davvero o meno. Dice bene Alex: “una volta finita la paura si potrà riflettere anche sulle giuste coperture per tutelarsi rispetto a questo tipo di malattie”.

(Preciso che le polizze in circolazione per il Covid19 non servono quanto servirebbero tante altre polizze sanitarie che tutti dovrebbero avere ma che in pochissimi, purtroppo, hanno sottoscritto)

Se è vero invece che questo momento difficile servirà poi a rendere più consapevoli le persone di quanto sia fondamentale la propria salute fisica a cui è strettamente legata anche la salute economica propria e della propria famiglia, sarà un bene per l’intera collettività nel prossimo futuro.
Mi piacerebbe tanto se, finita questa emergenza, ci fosse più consapevolezza su quanto sia importante avere la sanità pubblica, ma anche sull’importanza del fare prevenzione.

Prevenzione in tutti i sensi.
Sottoporsi a screening ed analisi preventive aumenterebbe le possibilità di curarsi efficacemente contro le più disparate patologie, bloccandole quando queste sono ancora in una fase iniziale. Allo stesso modo mi piacerebbe vedere maggior attenzione da parte di tutti sull’importanza di tutelarci con delle assicurazioni per trasferire i rischi di gravi perdite economiche dovute al venir meno della nostra salute. Perché, anche se ce lo dimentichiamo in tanti in questo periodo, i nostri problemi di salute non sono causati solo dal Covid19. Siamo sottoposti a molteplici rischi quotidiani in cui incorriamo tutti da sempre.

E allora come ci dovremmo comportare noi professionisti delle assicurazioni in questo strano momento? Come sempre.

Come dice il mio amico Alex, quando sarà finita la paura ci si siederà al tavolo con i nostri clienti e si ragionerà insieme a loro, come facciamo da sempre, per costruire la protezione più adeguata alle loro esigenze.

Noi lavoriamo così, come se fossimo noi stessi i nostri clienti.

Carlo Aguzzi