SSN e assicurazioni statali: in cosa ci aiuta lo Stato e in cosa meno.

Si possono ritenere sufficienti i servizi erogati dallo Stato per la nostra stabilità economica in caso bisogno di cure mediche? Abbiamo un sostegno in caso di malattie e infortuni? Nel tuo caso specifico, cosa andrebbe integrato con assicurazioni private e cosa no?

Lo stiamo vedendo questi giorni quanto la Sanità Pubblica Italiana sia importante, efficace e democratica. Qualunque sia il tuo reddito, se hai un problema piccolo o grande c’è in ospedale un posto per te.
Io stesso ho ripensato al fatto che le imposte in questo Paese sono sì veramente alte, ma che non farei a cambio con la tassazione più bassa di altri paesi europei, in cui però la sanità non è propriamente a disponibilità di tutti come da noi. Per non parlare della situazione americana, ancora più discriminante per le fasce di popolazione più povere.

In Italia, a causa dei tagli alla sanità degli ultimi decenni che hanno finito, volutamente o meno, per agevolare cliniche e poliambulatori privati, ci troviamo di fronte comunque a delle mancanze sul versante Pubblico. Basta pensare infatti al disagio delle liste di attesa che sono spesso troppo lunghe e che costringono chi ha disponibilità economica a rivolgersi al privato per avere un servizio immediato.

Le assicurazioni sanitarie sui rimborsi delle spese mediche servono a questo, ovvero a poter scegliere dove curarsi. Sono un’integrazione alle possibilità di cura che altrimenti la maggior parte delle persone non potrebbero nemmeno pensare di poter permettersi, soprattutto per eventi gravi che nella sanità privata hanno costi eccezionalmente sostenuti.

Ma c’è un aspetto che più degli altri è da tenere in conto, ovvero quello dell’integrazione privata alle coperture assicurative statali. Inail sul lavoro (per chi è soggetto alla contribuzione da parte del datore di lavoro o svolge lavori soggetti alla cotribuzione) ed Inps al di fuori del lavoro, offrono una protezione assicurativa di base che presenta però franchigie molto alte sull’inabilità e sulle invalidità. Inoltre le rendite vitalizie che erogano questi Istituti Pubblici sono assolutamente insufficienti per far fronte al cambiamento di vita che comporta l’avere un certo grado di invalidità o una menomazione importante.
Per questo le coperture pubbliche dovrebbero essere integrate con delle assicurazioni private che indennizzino un capitale elevato a seguito di invalidità da infortunio, invalidità da malattia, all’insorgenza di gravi malattie come il cancro e delle rendite vitalizie a fronte di una non autosufficienza.

Insomma, male che vada per i gravi eventi gli ospedali e le cure mediche li avremo già pagati attraverso imposte e contributi e potremo usufruire per questo quasi gratuitamente del servizio sanitario nazionale nel momento del bisogno. Quello che non abbiamo è invece un pieno sostegno economico da parte dello Stato per riprendere la nostra vita una volta che ricominciamo a vivere in condizioni mutate rispetto alla nostra situazione precedente.

Quello che posso consigliare è di riflettere su come nel tuo caso, a seconda della tua situazione lavorativa, familiare, a seconda delle tue condizioni di salute e in base alla tua età dovresti modulare l’integrazione assicurativa alle mancanze derivanti dal SSN e dalle insufficienti coperture assicurative pubbliche.

Noi siamo sempre pronti per una chiacchierata.

Carlo Aguzzi